sabato 12 novembre 2016

Carote viola

Scopriamo nuovi ortaggi! 
Può sembrare una stranezza, ma le carote in origine erano proprio viola e ora se ne sta riscoprendo il valore, anche in termini di biodiversitá. 
Nel 1720 gli olandesi decisero di cambiargli il colore in onore della dinastia regnante, gli Orange, e di qui ebbe inizio la trasformazione attraverso gli incroci che portò al colore che oggi noi tutti conosciamo.
Questa carota è ricca di polifenoli, flavonoidi e in particolare sono molto ricche di antociani, pigmenti che ne danno il tipico colore scuro. 
Queste sostanze sono dei potenti antiossidanti e si calcola che queste carote ne abbiano 4 volte il contenuto che troviamo in quelle arancioni. 
Gli antociani sono gli stessi pigmenti che danno il colore a mirtilli, more, ciliegie, uva, fragole, sambuco e anche al cappuccio viola. Insieme al colore ne danno anche le proprietà: potere antiossidante, anti-invecchiamento dei tessuti, di protezione per la circolazione capillare, anti-infiammatorio, anti-aggregante. Assumerne in quantità permette anche il controllo dei livelli di colesterolo nel sangue e combatte i radicali liberi. 
In Italia a Polignano a mare sopravvive una coltura di carote dai molti colori: arancione, giallo tenue, giallo intenso, fino ad arrivare al viola scuro che Slow Food ha deciso di aiutare.
Il seme della carota viene ancora selezionato dai contadini e dunque l’ortaggio non ha il colore arancio stabilizzato delle industrie sementiere.
Ma ritroviamo delle coltivazioni anche in Abruzzo e in Emilia Romagna.
L'Italia è uno dei paesi più ricchi in termini di biodiversità alimentare, una garanzia in fatto di qualità dei prodotti e salute del consumatore, tuteliamola e consideriamola un vero e proprio patrimonio di tutta l'umanità.